Ho ricevuto quella che si chiama un’educazione tradizionale: da bambina mi hanno ripetuto fino alla nausea che bisogna “guardare e non toccare”. Ho sempre trovato impossibile rispettare questa regola. Provando a diventare adulta, grazie ai miei studi e alle mie esperienze nell’ambito dell’embodiment, ho compreso quanto fosse utile il mio desiderio di trasgredire perché era l’espressione di una sana vitalità. Il corpo e la sensorialità sono fondamentali per conoscere. Il tatto e la vista sono due dimensioni portanti per sviluppare le nostre capacità di metterci in relazione con il mondo. Attraverso lo sguardo tocchiamo gli altri e l’ambiente, attraverso il tatto ci scambiamo informazioni su chi siamo e ci possiamo riconoscere. Siamo interdipendenti.
Per questi motivi, o almeno è così che mi piace pensare, ho iniziato a scattare fotografie della mia mano che tocca il mondo, con una particolare attenzione alla Natura e all’interazione corpomente, e a postarle su Instagram.
Le mie fotografie non cambieranno il mondo è un omaggio alla poeta Patrizia Cavalli che intitolò la sua prima raccolta di poesie “Le mie poesie non cambieranno il mondo” (Cavalli, 1974) perché la mia ricerca per immagini è improntata all’esplorazione di quello che ci serve proprio perché inutile.
In questa sezione del mio diario trovate il link al mio profilo Instagram dove poter seguire questo mio percorso nell’attesa che io trovi le parole per raccontarlo.
foto:
Silvia Luraschi – Fiore di frangipane nella mia mano, Creta (Grecia), Luglio 2019.