"Corpi in movimento" è la prima parte del titolo della seconda edizione del Social Festival Comunità Educative organizzato a Torino con il coordinamento scientifico della rivista per operator* sociali Animazione sociale. "Corpi in movimento, menti in evoluzione" saranno tre giornate - dal 26 al 28 ottobre 2023 - dedicate al mondo della scuola e dell’educazione nelle quali mettere a tema la corporeità nella pratica didattica ed educativa. Perché recita la presentazione del evento in accordo con le teorie dell'Embodied Cognition che "per mettere in moto una mente occorre mettere in moto il corpo." Corpi in movimento, menti in evoluzione. L'evento rivolto a insegnant* ed educator* - promosso dalla Città di Torino, dalla Città Metropolitana di Torino con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e il coordinamento scientifico della rivista Animazione Sociale, ha un programma fittissimo. La plenaria di apertura, che mi vedrà tra i/le relator*, avrà come domanda guida "per chi insegna ed educa oggi: come far sì che gli anni che tocca trascorrere insieme, in un’aula o in uno spazio educativo, diventino un’avventura formativa per tutte/i? Quegli anni sono un tempo fatto di così tante ore che, se le calcolassimo, capiremmo subito l’enorme potere trasformativo che custodiscono." Mente incorporata in un corpo sapiente Quando i referenti della direzione di Animazione Sociale mi hanno contattato perché due persone avevano segnalato loro del mio lavoro di ricerca sul ruolo della riflessività corporea in educazione e mi hanno invitato al Festival mi sono proposta per un workshop. Loro invece che avevano nel frattempo letto il mio saggio "Le vie della riflessività. Per una pedagogia del corpomente" avevano in mente di invitarmi a parlarne nella plenaria d'apertura. Una collocazione decisamente più in vista rispetto a quella che avevo suggerito per me. Sono stati loro, con mio stupore, a trasformare il titolo di un paragrafo del mio libro (Luraschi, 2021, p.62) nel titolo dell'intervento. La sindrome dell'impostore Ammetto che in questi giorni sto cercando di trovare il modo per mettermi in dialogo con la parte di me che è convinta di ritrovarmi a godere di una stima immeritata, quasi sproporzionata rispetto alle mie capacità. Ancora mi chiedo, ridendo, che cosa potrò mai dire di significativo quando alla plenaria sono già invitati a parlare due maestri come Ugo Morelli e Franco Lorenzoni. Fortunatamente facendo ricerca in ambito educativo con un approccio femminista sento questo mio disagio, che possiamo catalogare se vogliamo semplificare con la sindrome dell'impostore, il risultato di una cultura patriarcale dove le donne, nella maggior parte dei casi, parlano da una posizione di mancanza, dalla posizione di chi non ha avuto il riconoscimento a cui tutti gli esseri umani anelano (bell hooks, 2022, p.19). Questa occasione può offrire dunque a me la possibilità di continuare il mio percorso di emancipazione e a chi mi ascolterà di osservare come abituat* a credere che la sede dell'apprendimento sia la mente, anche quando si sta lavorando da tempo per dare valore alla corporeità, rimane quasi impossibile liberarsi completamente delle premesse culturali che abbiamo incorporato. I'd like to be a thinking heart Non ho ancora preparato il mio intervento, ma ritengo che la questione più importante sia la mia postura corporea in relazione ad esso. Il mio desiderio è quello di godermi lo stare sul palco e di riuscire a emanare questa sensazione di piacere. Questo, vediamo se ci riesco, sarebbe voler dire sapermi assumere quello che ho provato a mettere in parole nel mio saggio. Ovvero riconoscere il corpo come categoria del pensiero per "imparare a sentire con i sensi, non solo a pensare con la testa, e dar credito al sentire corporeo rendendolo il cuore della nostra riflessività" (Luraschi, 2021, p. 63). Per seguire il convegno a cura di Animazione Sociale: in presenza, gli eventi sono gratuiti con prenotazione obbligatoria; online, ci sarà a disposizione un canale YouTube per rivedere gli interventi. Per esplicitare evocando: I'd like to be a thinking heart è la mia traduzione in inglese di un passaggio per me rivoluzionario del diario Etty Hillesum [1914-1943] per come l'ho letto nella traduzione italiana (Hillesum, 2015). ------------------------------------------------------- immagine: Antonio Catalano, locandina del Social Festival Comunità educative, Torino, ottobre 2023