Nelle scorse settimane è stato pubblicato un articolo scientifico sulla rivista internazionale Dialogues in Social Justice. An Adult Education Journal che ho scritto a quattro mani con l'amica e collega ricercatrice Gaia Del Negro. L'articolo in inglese è open access ed è inserito in un numero monografico della rivista dedicato all'educazione museale e del patrimonio artistico attraverso le pratiche femministe di educazione degli adulti. Lo abbiamo intitolato: “Born in the first light of the morning”: Feminist pedagogy in art museums and exhibitions toward a new professional development of care / “Nate alle prime luci del mattino”: Pedagogia femminista nei musei d'arte e nelle mostre per la promozione di una nuova professionalità alle relazioni di cura. Per leggere e scaricare gratuitamente l'articolo: qui. Sommario Condividiamo le nostre esperienze di visita alle mostre come pratica di pedagogia femminista e come le abbiamo utilizzate per accompagnare gli student* di un corso professionalizzante per educatori della comunità minori in un Master dell'Università di Milano Bicocca ad ampliare il loro pensiero sull'idea di cura. Riflettiamo su come l'idea di occuparsi della “cura” come (dis)connessione con la terra sia nata da un'esperienza di visita alla First People's House dell'Università di Victoria (Canada), e sui racconti condivisi di viaggi nei luoghi della memoria dell'infanzia. Inoltre, presentiamo la visita con gli student* alla mostra d'arte di Dineo Seshee Bopape', che utilizza materiali organici per esplorare i concetti di terra, memoria, identità e colonialismo, e discutiamo di come questa mostra abbia effettivamente permesso di pensare in modo nuovo, come testimoniato dai diari di ricerca creati da quattro studentesse. Basandoci sulle annotazioni del diario, abbiamo sviluppato delle I-poems per mostrare come la comprensione di cosa sia una pratica di cura di sé, dell'altro e dell'ambiente si sia ampliata utilizzando l'arte e le mostre per rompere i confini del pensiero normativo. Abstract We share our own experiences of visiting exhibitions as a practice of feminist pedagogy and how we used them to help master students in a residential care programme in Master in the University of Milano Bicocca to expand their thinking about the idea of care. We reflect on how the idea of taking up ‘care’ as (dis)connections to the land based on an experience of visiting First People’s House at the University of Victoria, and returns to childhood sites of memory. Using one particular art exhibition by Dineo Seshee Bopape’, who uses organic materials to explore concepts of land, memory, identity, and colonialism, we discuss how this exhibition actually enabled new thinking as witnessed in the research dairies kept by four students. Based on diary entries we developed I-poems to show how understandings of care had expanded using art and exhibitions to break boundaries of normative thinking. foto: Tom Troppe, white flower, 2 maggio 2024