In Azione


Cosa è il Metodo Feldenkrais?
Le definizioni che lo spiegano non riescono a raccontare come chi lo pratica "impara ad imparare" come continuare a evolvere lungo l'arco di tutta la vita. I racconti orali spesso fanno quello che le spiegazioni non riescono a fare cioè mettono in parola le nostre sensazioni e danno voce alle nostre emozioni e percezioni. Per narrare cosa rappresentasse per lui il Metodo Feldenkrais Yochanan Rywerant, uno dei collaboratori più brillanti dell'inventore del Metodo (Rywerant, 1993), raccontava ai suoi alliev* una storia. Il Metodo Feldenkrais per lui era come stare abitando da venti anni una casa per poi scoprire che esisteva una stanza in più nella quale non vi aveva, fino al giorno prima, ancora avuto accesso. Ho avuto modo di ascoltare questa storia recentemente dalla voce di uno dei suoi allievi Ilan Jacobson, formatore di noi insegnanti del Metodo, durante una giornata appunto di formazione. E' andata più o meno così: stavamo sdraiati a terra ad ascoltare le sue indicazioni di movimento quando Ilan, durante una pausa, inizia a ricordare la figura del suo maestro per mostrarci come ogni azione non sia mai banale, perché se diviene un movimento fluido allora vi è una trasmissione di informazioni tra il sistema nervoso, e più in generale il nostro corpo e la nostra mente, con l'ambiente nel quale siamo immersi. Dopo aver raccontato la storia della scoperta di una stanza in più nelle propria casa per rappresentare la possibilità di accedere consapevolmente a muovere parti del nostro corpo che non sapevamo neanche di avere (non le avevamo mia sentite!) ci ha tenuto a chiederci cosa avremmo fatto noi nel caso avessimo scoperto di avere una stanza in più nella nostra casa: "E voi cosa ci fareste in questa stanza? Mettete un pianoforte e imparate a suonarlo." (trascrizione dai mie appunti, Strigara, 1 aprile 2024)

Cos'è per me il Metodo Feldenkrais?
Ci pensavo ieri sera, mentre ero al telefono con un'amica che non lo pratica. Le stavo raccontando la storia della stanza in più e le ho chiesto: "E tu Laura, cosa ci faresti?". La sua risposta mi ha folgorato: "Io Silvia ci farei una serra per coltivare tante piante ornamentali." (trascrizione a memoria, Milano, 23 Aprile 2024)
Il Metodo Feldenkrais è un sistema di apprendimento e di educazione somatica che promuove una profonda integrazione tra azione, pensiero e emozione. Lo pratico da più di 15 anni ed è parte della mia vita. In tutto quello che faccio e penso cerco di applicare i principi del Metodo. Non lo faccio perché voglio o peggio devo, ma perché li sto incorporando. Più li incorporo più sento che la dimensione con il mondo naturale è fondante. Laura ha ragione (le voglio bene mica per niente!) a ricordarmi che non esiste un mondo naturale "là fuori" in opposizione al mondo umano dentro (Morizot, 2020).
Il Metodo Feldenkrais mi ha aperto una possibilità, una pratica concreta per focalizzare l'attenzione non sugli esseri - umani, animali, vegetali - ma sulle relazioni che intratteniamo con i viventi creando legami sghembi, storti, e sbilenchi (Recchia, 2024). Perché la vita autentica ce lo spiegano da anni gli evoluzionisti per spiegare la storia naturale del nostro Pianeta è questa roba qui, "una serie di imperfezioni" (Pievani, 2019) che hanno funzionato per un certo periodo di tempo per poi cambiare di nuovo.

Quali sono i principi del Metodo Feldenkrais?
Proverò a rispondere a questa domanda lunedì prossimo 29 aprile a Rho (Milano) in un incontro pubblico e gratuito dedicato a presentare il Metodo Feldenkrais a cura dell'area formazione del CSBNO. L'appuntamento è alle ore 19 e puoi iscriverti qui.
Se non puoi partecipare ecco un breve elenco che riassume in modo molto semplificato il rigore e la completezza alcuni applicazioni pratiche dei principi di un metodo di apprendimento somatico che esplora l'ecologia del movimento (Melucci, 2011).
Solo leggendo questo breve elenco ti renderai conto di quanto l'educazione tradizionale generalmente ci ha educato a fare tendenzialmente l'opposto.

1) Mettiti comodo/a
Se il corpo non è comodo, il cervello sarà continuamente distratto dalla scomodità e non potrà elaborare in modo adeguato le informazioni che riceve dal movimento.

2) Vai piano e non fare sforzi
Questo è il principio più importante (e più difficile all’inizio) da mettere in pratica quando ti muovi. Meno equivale a più.

3) Prenditi cura di dove porti la tua attenzione
La consapevolezza è lo strumento potente per attivare nuovi collegamenti nel cervello e, di conseguenza, nel corpo. L’apprendimento nasce dalle percezioni del movimento.

4) Movimenti facili e leggeri
Il motto “no pain, no gain” (nessun dolore, nessun risultato) è profondamente radicato nella nostra cultura educativa. Purtroppo quest’abitudine alimenta le pratiche dove non ascoltiamo le sensazioni corporee piuttosto che quelle che ci portano ad contattarle e a lasciarci guidare da esse.

5) Cerca il piacere
Quando ci muoviamo ricercando le sensazioni piacevoli, permettiamo l’emergere di nuove condizioni fisiche: il respiro si apre, i muscoli e le articolazioni si ammorbidiscono, le rigidità diminuiscono e ci scopriamo capaci di muoverci con maggiore agilità.

6) Fai le pause
Per permettere al cervello di elaborare ed integrare le nuove informazioni serve sapersi fermare. Durante le lezioni generalmente rimaniamo sdraiati a terra a non fare nulla, cosa per molti di noi assai difficile.

7) Fermati prima del dolore
Se senti dolore, ascoltati, forse puoi fermarti e respirare, forse puoi inserire una piccola differenza nel tuo modo di muoverti.

Ti va di provare?
La serata gratuita di presentazione del Metodo Feldenkrais segnerà l'avvio di un ciclo di lezioni collettive in presenza a Rho (Milano) il lunedì dalle 19 alle 20 dal 6 maggio al 10 giugno. Puoi iscriverti qui.


Per maggiori informazioni: www.silvialuraschi.it




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foto: Anonimo, crocus, 31 marzo 2024