Pedagogia e Femminismi


Per guardare "meglio"
Alla fine degli anni Settanta un gruppo di donne che ruota attorno a Libreria delle donne di Milano scrive una sorta di manifesto collettivo ancora molto attuale. Le autrici fin dalle prime pagine portano alla nostra attenzione la questione educativa: "A nessuna di noi, molto probabilmente, è stata insegnata la necessità di curare specialmente i rapporti con altre donne e di considerarli una risorsa insostituibile di forza personale, di originalità mentale, di sicurezza sociale. [...] Fino a quando un'esperienza politica di rapporti tra donne ci ha portate a guardare meglio i fatti del passato. Così abbiamo scoperto, con meraviglia, che fin dai tempi più antichi sono esistite donne che hanno lavorato a stabilire rapporti sociali favorevoli a sé e alle proprie simili. E che la grandezza femminile si è nutrita spesso (forse sempre?) di pensiero e di energie circolanti tra donne." (Libreria della donne di Milano, 1977. p.11-12).
Dunque, sono passati più di quarant'anni da quando le femministe ci hanno aperto la strada per imparare - in ambito pedagogico - a guardare "meglio" ovvero in profondità le relazioni tra donne, sapere ed educazione. Molto è stato fatto per costruire un impianto teorico critico all'educazione tradizionale che relega le donne a un rapporto di subalternità, ma tantissimo è ancora da fare. Oltre alla teoria - che è fondamentale perché prima di ogni progetto c'è il pensiero - quello che serve è una decostruzione pragmatica del sistema educativo per promuovere un'educazione per tutti gli esseri umani - non solo per le donne! - improntata al favorire, lungo l'arco di tutta la vita, relazioni responsive, creative e riflessive. Si tratta di allestire contesti educativi dove esercitare la composizione tra gli opposti e la moltiplicazione degli sguardi.

Una giornata di studio tra testi e pratiche
Da più di dieci anni ho iniziato a studiare e sperimentare le pratiche femministe con colleghe e amiche. Da sole non si fa nulla perché il benessere personale - la salute! - non sono più "faccende private e casalinghe (e quindi donnesche), ma appartengono a una dimensione collettiva, sociale, planetaria" (Granata, 2023, p. VII). Per questo motivo cerco di allargare il mio cerchio di relazioni professionali - partendo dall'assunto che personale è politico - per continuare a interrogarmi sul ruolo che come pedagogista posso assumermi nel promuovere relazioni paritarie tra gli esseri umani (e non solo!) fondate sul rispetto reciproco e modelli di apprendimento cooperativi. Da questa ricerca è nato uno scambio "a distanza" con la collega pedagogista Monica Cristina Massola dell'Associazione Metas. E' da tempo che stiamo sognando al telefono di organizzare una giornata di studio insieme sul tema dei femminismi e pedagogia. L'abbiamo iniziata a preparare mentre io stendevo il bucato - l'unico modo in cui riesco a fare le faccende di casa è farle mentre parlo al telefono! - lei precisissima prendeva appunti e adesso ci siamo quasi. Anzi, ci siamo proprio.

Pedagogia e femminismi
La giornata di studio sarà sabato 9 novembre 2024 a Treviglio (BG) nella sede di Metas dalle 10 alle 16. L'incontro sarà gratuito, viene richiesto unicamente, come contributo, il tesseramento Metas (10 euro). La scelta della gratuità è stata fatta per non lasciare a casa nessun* - siamo toccate anche noi dalle difficoltà economiche di chi svolge professioni educative e di cura. L'incontro è aperto a tutt* con l'invito che ogni partecipante porti con sè un libro o due, inerenti al tema della giornata. L’attività sarà costituita da una parte di pratica - il corpo prima di tutto! - e una di condivisione e riflessione sui testi. Per il pranzo: ci piacerebbe fosse un momento conviviale e di condivisione. L'abbigliamento: preferibilmente comodo o come vi pare! Nessuno ci può dire come vestirci!
E' necessario iscriversi su eventbrite.

Perché pedagogia e femminismi?
Ecco un'altra risposta. Questo è un momento storico-sociale molto critico, di crisi e fragilità, nel settore delle pratiche di cura, e nello specifico dell’educazione della pedagogia, anche se osservando con attenzione è possibile cogliere movimenti e domande che interrogano quanto sta accadendo. E allora perché accostare, in una giornata di studio, proprio pedagogia e femminismi? Una risposta plausibile e iniziale può indicare come si tratti di due ambiti in cui sono presenti tanto la riflessione teorico - critica quanto esperienze di pratiche, oggetto di possibili e costanti ripensamenti. Si potrebbe anche aggiungere che il femminismo più recente ha introdotto il concetto di intersezionalità, che può essere applicato nella progettazione pedagogica, proprio come sguardo necessario per la lettura dei bisogni stratificati diversamente, la comprensione delle diverse possibilità di accesso ai diritti che hanno le persone in base ad età, genere, sesso, razza o colore della pelle, etnia, religione, lingua, classe, abilità fisica, salute, sedentarietà, povertà, proprietà, collocazione geografica, status rispetto alla propria tradizione (classificazione 2001 - Lutz - Wenning). Ovviamente la prospettiva riflessiva è molto più strutturabile e complessificabile di questa sopra esposta, che è solo un minimo affondo. Ma questa giornata di studio è pensata per vivere insieme un tempo collettivo che ci permetta di trattare questi temi con curiosità, libertà, criticità, immaginazione, leggerezza.





foto: Silvia Luraschi, Guardati!, Pero (MI), ottobre 2024.